venerdì 5 dicembre 2008

Capitano, mio Capitano!!!















Guarda i muscoli del capitano
tutti di plastica e di metano
guardalo nella notte che viene
quanto sangue nelle vene
Il capitano non tiene mai paura
dritto sul cassero fuma la pipa
in questa alba fresca e scura
che assomiglia un po' alla vita
E poi il capitano se vuole
si leva l'ancora dai pantaloni
e la getta nelle onde
e chiama forte quando vuole qualcosa, qualcuno
c'è sempre uno che gli risponde
Ma capitano non te lo volevo dire
ma c'è in mezzo al mare una donna bianca
così enorme nella luce delle stelle
così bella che di guardarla uno non si stanca
Questa nave fà duemila nodi
in mezzo ai ghiacci tropicali
ed ha un motore di un milione di cavalli
che al posto degli zoccoli hanno le ali
La nave è fulmine, torpedine, miccia
scintillante bellezza, fosforo e fantasia
molecole d'acciaio, pistone, rabbia, guerra, lampo e poesia
E in questa notte elettrica e veloce
in questa croce di novecento
il futuro è una palla di cannone accesa
e noi lo stiamo quasi raggiungendo
Il capitano dice al mozzo di bordo
signor mozzo io non vedo niente
c'è solo un po' di nebbia che annuncia il sole
andiamo avanti tranquillamente


F.De Gregori ("I muscoli del capitano") .
...a Mauro
capitano dei mari di lombardia...
all'amorevole sicurezza ostentata in plancia di comando
e ai dolori nascosti in cabina quando viene sera
alle stelle indicate a chi è alla deriva
e alle terre promesse...sempre mantenute...
al meraviglioso bastimento di uomini e storie
della famiglia Fraternità Servizi...


nn fate caso al dito medio....questa foto è dolcissima...chi mai farebbe una foto così alle 7.30 del mattino?

lunedì 1 dicembre 2008

Non ho bisogno di tempo...



Non ho bisogno di tempo
Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere là dove taci,
o nelle parole con cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita che stai vivendo,
non sa di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all’indietro in ciò che hai fatto, prima,
sommare azione a sorriso,
anni a nomi, sarà come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell’equivoco,
della storia, del passato, tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mia,
da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno conti
e si crede di vedere chi tu sia, o mia invisibile.

Pedro Salinas
da ”La voce a te dovuta”
...alla Volpe d'inverno...